Giuseppe Taliercio non era solo un ingegnere e direttore del petrolchimico Montedison di Porto Marghera, ma anche un uomo profondamente legato alla sua famiglia e al suo Paese. La sua tragica morte, avvenuta per mano delle Brigate Rosse nel 1981, rimane uno dei simboli più tragici della violenza che segnò l'Italia durante gli anni di piombo.
Nato nel 1927 come ultimo di quattro figli, Giuseppe Taliercio crebbe in una famiglia umile ma determinata a Carrara, in Toscana. Dopo aver completato il liceo scientifico "Guglielmo Marconi", si laureò in Ingegneria presso l'Università di Pisa. Nel 1952, ottenne un impiego presso lo stabilimento petrolchimico Montedison di Porto Marghera, dove la sua carriera lo avrebbe portato a ricoprire il ruolo di direttore generale.
Nel 1954, Taliercio sposò Gabriella, che aveva conosciuto nelle fila dell'Azione Cattolica, e insieme si stabilirono a Mestre, dove ebbero cinque figli. La sua dedizione al lavoro e alla famiglia erano i pilastri della sua vita.
All'inizio degli anni ’80, la situazione a Porto Marghera era altamente conflittuale. L'omicidio del vicedirettore Sergio Gori, avvenuto il 29 gennaio 1980, e del commissario Alfredo Albanese, nel maggio 1981, aumentarono il clima di tensione. Giuseppe Taliercio fu visto dalle Brigate Rosse come un "responsabile" delle morti sul lavoro e fu quindi bersaglio della loro violenza.
Il 20 maggio 1981, Giuseppe Taliercio venne rapito da un commando delle Brigate Rosse nella sua abitazione. Rinchiuso in una cassa, fu trasportato in un casolare nei dintorni di Udine, dove venne tenuto prigioniero per 46 giorni. Le Brigate Rosse non chiesero mai un riscatto esplicito per la sua liberazione. Taliercio si oppose alla collaborazione con i suoi carcerieri, subendo maltrattamenti. Il 5 luglio 1981, venne assassinato con una ventina di colpi di pistola e il suo corpo fu ritrovato nei pressi dello stabilimento Montedison, nel bagagliaio di un'auto.
La morte di Giuseppe Taliercio scosse profondamente l’Italia. Il suo funerale, svoltosi il 10 luglio 1981 a Marina di Carrara, vide la partecipazione del Presidente della Repubblica Sandro Pertini. Taliercio è sepolto nel cimitero di Turigliano, lasciando un vuoto incolmabile nella sua famiglia e nella comunità lavorativa.
Giuseppe Taliercio è diventato un simbolo della violenza e della follia ideologica che ha attraversato l’Italia negli anni di piombo. Il film che racconta la sua storia ha l’obiettivo di mantenere viva la memoria di un uomo che ha sacrificato la sua vita per il proprio lavoro e la propria famiglia, ricordandoci l'importanza di non dimenticare le lezioni del passato.